Coscienza individuale e collettiva

Coscienza o Non Coscienza? Questo titolo sarebbe più corretto.

Quando trattiamo di questi argomenti è impossibile esulare la trattazione del Libero arbitrio, uno degli argomenti più discussi e controversi degli ultimi secoli in ambito umanistico ed esoterico.

Se, sotto il profilo dell’Astrologia egizia, questo argomento è molto chiaro e la discussione abbraccia più che altro l’ambito filosofico, discutere di Coscienza individuale e collettiva è più complesso.

Ci troviamo di fronte ad alcune considerazioni.

Individualmente siamo soggetti alle condizioni di nascita con le caratteristiche che ci sono date dalla Corte celeste; queste caratteristiche sono individuabili dal tema natale. Oltre a questa, in misura minore, influiscono la famiglia e la società all’interno della quale siamo inseriti. Dunque i condizionamenti personali sono principalmente di tre tipi, ma solo uno, quello astrologico, non dipende da fattori esterni ed è quindi del tutto personale o individuale ed irripetibile.

Abbiamo poi la coscienza globale, quella della massa, del gruppo, della società. Che non influenza la nostra individuale ma si sostituisce proprio ad essa o per lo meno questa è l’attività che cerca di portare avanti. Un Eggregore a tutti gli effetti che soverchia il dominio della coscienza individuale quando troppo debole o malata e si finge qualcosa di personale.

Abbiamo presente tutti cosa può succedere quando ci troviamo in situazioni di forte tumulto, anche positivo. La situazione può sfuggire dal dominio dell’individuo e questo viene a formare parte attiva di un individuo molto più grande ed organizzato. Pensiamo ad esempio allo stadio dove la singolarità muore per dar vita ad un tifo comune globale. E questo può anche portare a compiere atti terribili compiuti da una serie di individui che, presi singolarmente, mai avrebbero fatto. Pensiamo alla forza ed all’energia che muove i partecipanti ad un concerto. In sostanza, in questi casi, avviene che la coscienza del singolo individuo muore a favore di quella collettiva che ha come imprinting, come marchio, come DNA quella del singolo individuo o piccolo gruppo che l’ha creata.

Se ora osserviamo il percorso che dovrebbe percorrere chi segue il cammino di realizzazione spirituale ci accorgiamo che esso è l’enfasi della coscienza personale (almeno nella prima parte del cammino). La coscienza deve essere messa in condizioni di lavorare al meglio, essere attiva e svilupparsi nel proprio cuore, esattamente come ci indicano tutte le principali religioni ancora oggi.

Questo fatto dovrebbe far scaturire tutta una serie di riflessioni personali.

Prima fra tutte è quella di non immischiarsi dove ci sia troppa gente. E’ molto facile per una coscienza che non sia perfettamente sviluppata cedere il passo a quella collettiva. Solo che ci si accorge quando è tardi. Non importa quale sia il motivo, è bene evitare tutti i luoghi di eccessiva concentrazione popolare.

E secondariamente è bene osservare i nostri comportamenti e desideri. Quando desideriamo qualcosa è fondamentale chiederci: il desiderio nasce dalle caratteristiche della mia coscienza o da un condizionamento esterno? E’ una domanda dalla risposta molto facile ma che non vogliamo mai porci perché questo generalmente porterebbe ad ammettere di non aver una propria personale coscienza sviluppata ma anzi ì di vivere in funzione di quella degli altri, o meglio, quella collettiva.

Osserviamo con attenzione cosa accade attorno a noi e avremo modo di capire il livello di coscienza individuale. Senza voler accennare ai fin troppo facili condizionamenti che hanno mosso una intera umanità negli ultimi tre anni e che ancora stanno facendo per larghissima parte, osserviamo qualcosa di più vicino a noi. Quante volte abbiamo partecipato ad un corso solo perche lo facevano tutti? Quante volte fatto la fila a comprare qualcosa che avevano anche gli altri e quindi il possesso di quell’oggetto avrebbe avvisato la coscienza collettiva che anche noi facciamo parte del branco? Quante volte siamo stati spinti, magari in ambito più olistico, a partecipare a quell’evento o quella meditazione nonostante non avessimo capito né il perché né i vantaggi che ne sarebbero derivati successivamente?

Quante volte abbiamo ripetuto come gli asini ciò che fanno, pensano, dicono gli altri senza che la nostra coscienza potesse metter bocca a tutto ciò? Basta vedere che succede nel nostro settore “spirituale”. Basta che qualche coglione proponga una meditazione in eclisse che subito a decine non perdono l’occasione di spegnere il cervello e fingere che ciò sarà buono e giusto, e farà bene alla loro anima.

Allora il primo passo è proprio quello di distaccarsi dalla coscienza collettiva e rimanere concentrati sulla propria. Quanto questo risultasse difficile, perché magari si viene presi “di forza” e catapultati in una condizione molto complessa, come può essere una guerra o una pandemia di imbecilli, è ancora più importante rimanere concentrati su quella che è la propria individualità. Dar forza alla propria coscienza senza andare (troppo) contro al sistema è il modo per superare il grosso ostacolo.

Galileo Galilei fù dichiarato eretico perche si permise di dire pubblicamente che è la terra a ruotare attorno al Sole e non viceversa; fatto ampiamente conosciuto e documentato dall’epoca Egizia. Sarebbe bastato non andare contro al sistema con troppa veemenza e nulla gli sarebbe accaduto, pur mantenendo fede al proprio giuramento intellettuale.

E quanti esempi più antichi o recenti potremmo fare?

Dunque rimani fedele alla tua coscienza e non avrai di che pentirti. Ma sempre dopo esserti posto questa domanda: mi sta parlando la mia coscienza o quella di altri?

Chi siamo Paolo Cainelli

Paolo Cainelli, appassionato e studioso di Astrologia e Materie esoteriche. Organizza serate e corsi a tema astrologico, realizza amuleti secondo la tecnica e gli insegnamenti egizi, legge i Tarocchi
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