I mille colori del nero: l’inganno delle apparenze in campo esoterico

Sono decenni in cui assistiamo alla fioritura di ogni sorta di conoscenza esoterica. Vediamo discipline antiche risorgere dalle ceneri, apparentemente dimenticate nel corso del tempo, e nuove discipline emergere con l’unico scopo di portare benessere, luce, conoscenza e coscienza.

Nel vasto bazar della crescita umana, troviamo articoli di “materialismo spirituale” per chiunque. Chiunque desideri illudersi di essere speciale o diverso dalla massa, può facilmente trovare l’articolo che più gli aggrada. È come acquistare una libbra di carne per sentirsi tranquillo, per dare all’ego la sensazione di superiorità rispetto al gregge o per giustificare il senso di disappunto verso la vita: “La vita fa schifo, ma è colpa del mondo perché io sono migliore.”

In questi decenni, sono sorte infinite “accademie del niente”. Promettono crescita personale, ma spesso legano gli aderenti con la promessa di verità e conoscenze in cambio di ingenti somme di denaro. È lo sterco del diavolo in tutta la sua forza.

I mille colori del nero rappresentano l’illusione. Usiamo mille colori per nascondere il fatto che si tratta del nero più oscuro. Titoli accademici o nobiliari sono sulla bocca di coloro che si ritengono inseriti nella società. Iniziazioni e rituali dovrebbero portare a un “salto” di coscienza, ma spesso si traducono in nuove conoscenze, nuove amicizie negli ambienti giusti e nuovi legami commerciali, piuttosto che una vera crescita.

Logge e ambiti riservati sembrano rivelare segreti eccezionali, ma una volta tolto il velo del mistero, non c’è nulla. Non c’è davvero mai nulla, indipendentemente dall’abito che indossano coloro che promettono queste esperienze.

La verità è che, nonostante le giacche di queste persone siano piene di medaglie e riconoscimenti, tolti quei mille colori del nero, resta il vuoto. Sono false promesse, perché promettono qualcosa che non possiedono e spesso non comprendono.

Abbiamo confuso erudizione con conoscenza e psicologia con spiritualità. I percorsi proposti spesso non conducono da nessuna parte. Non possiamo nemmeno definire un percorso spirituale, tanto è vero che lo confondiamo con rimedi psicologici o psichiatrici.

Affrontare paure, nodi irrisolti e attivare talenti non fa parte di un percorso spirituale. Non è per i derelitti o per chi ha turbe psichiche. Prima di tutto, dobbiamo pensare alla salute. Solo allora possiamo intraprendere un percorso spirituale. A tal proposito, riporto quanto stabilito nel percorso autentico dell’Alchimia:

“Si richiede a chi vuole ritrovare questa nobil Pietra di avere i principi naturali della Filosofia, essere un buon Fisico, sano, robusto, giovane, pronto, vivace, perseverante e ricco per poter spendere. Dedito solo a quest’arte.”

Consiglio a coloro che non cercano carriera, nuovi amici o titoli di chiedersi: “Dove voglio andare?” Possedere una medaglietta ha senso solo se attribuiamo importanza a quell’evento o a quella persona. È come la laurea: ha valore solo quando rappresenta anni di studio e impegno.

Nell’ambito esoterico o iniziatico, la complessità del linguaggio spesso serve a mascherare la mancanza di sostanza. Il “maestro” che parla in modo ermetico tende a nascondere un vuoto interiore, un abisso oscuro, con un caleidoscopio di parole che simulano conoscenza. Questi argomenti, lontani dalla vera sapienza, sono solo un fumo che si dissipa al primo soffio di critica.

Ogni menzogna pronunciata allontana ulteriormente dal cammino autentico; così, chi si perde in questo labirinto di falsità, si trova incapace di ritrovare la via del ritorno. Si avvicina sempre più all’abisso, in un percorso che ricorda le crisi sanitarie recenti o certi atteggiamenti storici, dove la verità è stata sacrificata sull’altare dell’apparenza e dell’utilitarismo di pochi, conducendo cosi alla catastrofe.

Come possiamo evitare di cadere in queste trappole? Molti non desiderano sfuggire, ma la realtà è che spesso non possono. Crediamo di poter scegliere la nostra vita e i nostri interessi, ma in realtà, il libero arbitrio è un’illusione. Senza questa consapevolezza, non c’è spazio per il miglioramento. Un altro problema diffuso è l’incapacità di distinguere il bene dal male, il giusto dall’errato. Ci affidiamo a percorsi che promettono il bene, ma che in realtà nascondono solo un’altra trappola.

Alla domanda su chi sia la colpa, mi viene in mente una citazione di Homer Simpson: “Per le balle si è sempre in due, chi le dice e chi le crede.” In altre parole, la responsabilità è condivisa: chi propaga l’inganno e chi vi si abbandona.

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Chi siamo Paolo Cainelli

Paolo Cainelli, appassionato e studioso di Astrologia e Materie esoteriche. Organizza serate e corsi a tema astrologico, realizza amuleti secondo la tecnica e gli insegnamenti egizi, legge i Tarocchi

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